Lo studio del colore e Visual merchandising- Parte 1

Regole della cromatologia.

Come percepiamo il colore? Come ci influenza?

Scopri attraverso questo post le funzioni del colore.

Il colore e tutte le sue implicazioni teoriche, si collocano perfettamente nell’arte, nella moda, nella pubblicità, nella grafica, nel design, nell’architettura e nel packaging.
All’interno del campo visivo bisogna cercare di mantenere un equilibrio e quindi evitare, se non intenzionalmente, di far prevaricare un colore su un’altro.
E’ necessario conoscere le regole della cromatologia, per evitare di utilizzare impropriamente e in maniera non strutturata e casuale i colori.
Non è possibile pensare al colore come a qualcosa d’improvvisato e soggettivo, proprio per questo motivo è fondamentale utilizzare i principi della disciplina che saranno spiegati in maniera molto sintetica all’interno di questo post. Queste teorie ci permetteranno successivamente di comprendere come questi principi s’inseriscono all’interno del visual merchandising.

Armonia significa ricerca di simmetria e di equilibrio (Itten,1961); in questo caso parliamo di armonia quando la “somma visiva” di due o più colori dà un grigio neutro.

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Cerchio cromatico a dodici parti.

 

 

I colori opposti sul cerchio cromatico a dodici parti sono complementari e quindi armonici. Non basta però accostare due colori come il giallo e il viola per poter parlare di armonia; infatti l’effetto che ne deriva percettivamente è prevalentemente negativo e fastidioso.

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Per studiare la cromatologia, oltre a parlare di armonia, è necessario introdurre anche il concetto di luminosità del colore.
Gothe ha individuato e attribuito i valori di luminosità ai colori:immagine 3.jpg

Se dobbiamo, quindi, costruire la corretta relazione di equilibrio armonico tra il giallo e il viola, dovremmo considerare che il giallo risulta tre volte più luminoso del viola (9/3=3); proprio per questo motivo, per bilanciare la complementarietà tra questi due colori, il viola dovrebbe occupare una superficie tre volte più grande del giallo per bilanciarne la luminosità.
L’occhio e il cervello, infatti, sono alla continua ricerca di una condizione di equilibrio.

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Per descrivere e rappresentare un colore dobbiamo considerare 3 variabili:
1 tonalità: è la lunghezza d’onda della radiazione luminosa a cui corrisponde una particolare tinta. Ogni colore e ogni sua sfumatura ha un valore preciso e oggettivo misurabile all’interno dello spettro visibile.
2 luminosità: intendiamo la quantità di luce “percepita” emessa da una sorgente o riflessa da una superficie; è un valore percettivo perché dipende dall’effetto suscitato dalla luce sulla retina.
3 saturazione: un colore saturo, cioè puro, è un colore al massimo grado di intensità luminosa. Questo vuol dire che il colore non è stato offuscato da pigmenti di bianco o di nero.

Esplora il post successivo per approfondire il tema del colore: Lo studio del colore e Visual Merchandising- Parte 2

Bibliografia:

Zaghi K. (2012), Atmosfera e visual merchandising: ambienti,relazioni ed esperienze. Franco Angeli, Milano.

Zaghi K. (2014), Visual merchandising. Franco Angeli, Milano

2 risposte a "Lo studio del colore e Visual merchandising- Parte 1"

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