About

Se ad un primo impatto potreste chiedervi che cosa sia il Neuromerchandising, il presente blog soddisferà qualsiasi vostra curiosità in merito.

Questa proposta innovativa nasce dal connubio tra il visual merchandising e le neuroscienze: l’interesse è volto a validare le affermazioni del visual merchandising, tramite le strumentazioni e metodi scientifici delle neuroscienze, in modo tale che risulti essere meno soggettivo e “intuitivo”. Infatti, al momento, a favore degli assunti della sopracitata disciplina, risulterebbero essere esigui i riscontri empirici delle neuroscienze; sebbene questi metodi scientifici siano già stati utilizzati nell’ambito economico: dando origine al neuromarketing.

Per chiarire questi termini riportiamo alcune definizioni.

Con il termine visual merchandising si intende “il marketing del e nel punto vendita, intendendo così identificare l’operare congiunto di tutte le tecniche di comunicazione visiva che ottimizzano la redditività della superficie espositiva e massimizzano al tempo stesso la soddisfazione del cliente” (Zaghi, 2008). Nello specifico, il visual merchandising è un’attività multifunzionale in cui sono richieste competenze relative alla semiotica, design, pittura, architettura e psicologia sociale; allo scopo di comunicare con specifici segmenti di clientela mediante lo spazio espositivo (Langrehr, 1991).

Le neuroscienze cognitive, invece, sono un settore di ricerca interdisciplinare sviluppatosi a partire dagli anni ’90, interessato a comprendere quali siano i meccanismi neurali alla base delle attività cognitive più complesse.

L’applicazione delle conoscenze e i metodi neuroscientifici all’ambito della scelta economica ha dato origine a nuovi approcci interdisciplinari quali la neuroeconomia e una sua branca: il neuromarketing. Quest’ultimo, è considerato essere l’analisi del modo con cui è possibile, da una parte, influenzare il comportamento d’acquisto del consumatore da un punto di vista neuropsicologico, dall’altra, comprendere, spiegare e predire i comportamenti individuali, di gruppo e organizzativi ritenuti rilevanti per il mercato (Zaghi, 2008).

La conoscenza dei meccanismi neurobiologici implicati nel processo di decision making consente alle neuroscienze di poter rilevare oggettivamente, attraverso alcuni indici centrali e periferici, l’influenza che alcune caratteristiche degli oggetti che ci circondano hanno sul nostro sistema nervoso: in primis la loro collocazione nello spazio e le loro proprietà sensoriali. Applicando queste conoscenze al visual merchandising, è possibile quantificare e fornire una prova empirica di quanto viene espresso solitamente in tale disciplina, senza doverci affidare alla mera creatività che può caratterizzarla, per non rischiare di inciampare nell’arbitrarietà.

Bibliografia:

  • Balconi, M.(2009). Neuropsicologia delle dinamiche di acquisto in Balconi, M., Antonietti, A.; Scegliere e Comprare. Springer, Milano
  • Langrehr, F.W. (1991). Retail shopping mall semiotics and hedonic consumption, Advances in Consumer Research, Vol 18: 428/433.
  • Pellegrini, L. (1993). Merchandising e rapporti di canale, in Pellegrini L., Bertozzi P., e Sabbadin E.; Il merhandising. Interazione tra marketing del distributore e produttore nel punto vendita, CESCOM, Egea, Milano.
  • Zaghi, K. (2008). Atmosfera e visual merchandising: ambienti, relazioni ed esperienze. Il punto vendita come luogo e strumento di comunicazione. Franco Angeli, Milano.